La neuroplasticità è la proprietà del cervello di modificare la propria struttura e il proprio funzionamento in risposta all’attività e all’esperienza mentale.
Nel 2000 il premio Nobel per la medicina a Erik Kandel dimostra che con l’apprendimento le connessioni neuronali aumentano: si attivano dei geni che modificano la struttura neurale. Quindi dobbiamo continuare ad apprendere (“never stop learning”) anche per imparare a guarire, guarire noi stessi e guarire gli altri.
Come guarisce il cervello? Tenendo conto che il cervello si è evoluto milioni di anni dopo il corpo.
Il cervello guarisce grazie a dei canali naturali per aumentarne la plasticità (attraverso tutto quello che può essere un segnali elettrico):
- Luce (diffusa nel naso, sulla nuca, per endovena)
- Suono
- Vibrazione (diffuse soprattutto dietro la testa)
- Elettricità (stimolatori elettrici sulla lingua)
- Movimento (della mano lenti, e morbidi sul corpo)
L’obiettivo è aumentare la consapevolezza, attività mentale ed energia: quindi si tratta, dicono gli esperti, di azioni combinate (Ad esempio se un ictus non permette di muovere il piede…muovendo il piede, in certi casi, si riattivano circuiti cerebrali danneggiati)
Esiste una comunicazione costante corpo cervello e cervello corpo (nel tratto digerente ci sono cento milioni di neuroni): esistono come sappiamo almeno tre cervelli, anche un quarto se consideriamo il nostro sistema nervoso autonomo, ed anche un quinto se consideriamo il nostro impulso sessuale.
Gli approcci neuroplastici richiedono coinvolgimento attivo fra tutti questi cervelli ed anche del paziente nella sua totalità
Cosa ci dobbiamo ricordare sulla neuroplasticità? Ecco alcune leggi di base.
- Se i neuroni si attivano insieme si legano tra loro (un esperienza mentale ripetuta provoca cambiamenti strutturali nei neuroni che elaborano quell’esperienza, consolidando le connessioni sinaptiche fra i neuroni). Quando impariamo qualcosa di nuovo, gruppi di neuroni differenti si collegano fra loro, si “cablano fra loro”, le connessioni sinaptiche si consolidano (è vero anche il contrario..”use it or lose it”..(usalo o lo perderai)
- Al momento di una connessione sinaptica viene rilasciato un neurotrasmettitore che fluttua verso il neurone adiacente (inibendolo o eccitandolo)
- Le mappe cerebrali sono dinamiche…si possono estendere o restringere anche su aree adiacenti
- Visualizzare il restringimento di una zona del corpo nel momento del dolore acuto (“Sconnetti la rete, restringi la mappa”) e continuare a farlo.
Quindi? Nel campo dell’apprendimento….e della guarigioni dobbiamo stimolare il”nerve growth factor”..il fattore di crescite nervoso