Cambiare gli schemi di riferimento

Ogni processo veramente innovativo è frutto dell’energia messa in circolo dalle
persone e dalle relazioni, dalla loro comunicazione e dalle loro energie per il cambiamento.

Alla base di tutto c’è un capitale personale e sociale che costituisce la
vera intelligenza produttiva: se questo capitale viene messo in circolo e
condiviso, se viene esposto e valorizzato, ogni azienda, impresa, sistema
locale e/o distretto entra in un “circolo virtuoso” che aiuta a valorizzare
le migliori esperienze proprie e altrui, mettendole a sistema.

Ma soprattutto pensiamo alle “persone”, all’individuo, anche a livello organizzativo.

Il problema del cambiamento di comportamenti o meglio, il problema del “mancato” cambiamento di comportamenti è una delle difficoltà della vita. La ragione della difficoltà si fonda anche sul fatto che le nostre resistenze al cambiamento costituiscono, in un certo senso, atti di “autoprotezione” verso le incognite e le minacce che crediamo sussistere nei cambiamenti.

Come dice il mio amico Tobias, nel ruolo di facilitatori si ha la responsabilità di promuovere le aspettative all’interno del gruppo in modo da consentire ai partecipanti di essere pienamente coinvolti nel cambiamento per poter trarne il massimo possibile vantaggio. Quando si strutturano gli schemi di riferimento, il facilitatore agisce come un “optometrista della realtà”.

In questo senso sono molto importanti gli schemi di riferimento efficaci, che non si limitano necessariamente alle parole dette nell’introduzione di un programma.

Mettimi alla prova!

Lascia un commento