Essere, fare, vivere. Facilitare la formazione, facilitare l’apprendimento.

Formare, nella sua accezione etimologica, significa dare forma, plasmare, secondo un modello determinato, usando i mezzi necessari ed idonei al raggiungimento del fine.

Nel mio caso, e lo confermo, il formare che per me è un facilitare, riguarda l’uomo, come essere perfettibile fino al termine della vita mediante l’educazione, l’insegnamento, la facilitazione e l’esempio.

A fronte dell’esaltazione di un individualismo referenziale (“l’uomo basta a se stesso”), la vera formazione e facilitazione che, non è altro che educazione deve suscitare un nuovo desiderio di “vivere”.

La vita in effetti è una sorta di incontro fra l’essere ed il fare.

Ma cosa esige la formazione nel formatore?

Dal punto di vista psicologico:

  1. maturità, equilibrio, padronanza di sè
  2. apertura al dialogo
  3. capacità di utilizzare l’appreso e di trasmetterlo
  4. attitudine al lavoro di equipe e al “cooperative learning”
  5. resilienza

Dal punto di vista culturale:

  1. conoscenza e competenza nelle materie trasmesse
  2. competenza e conoscenza nella metodologia e nel processo
  3. conoscenza e competenza di comunicazione e relazione efficace
  4. interesse all’aggiornamento

Dal punto di vista spirituale

  1. presenza
  2. discernimento e rettitudine
  3. preghiera
  4. fedeltà al carisma
  5. testmonianza di vita

In sintesi come è stato ribadito nell’ultimo convegno della CEI a Genova, “educare è essere testimoni credibili”.

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