Quando abbiamo un attimo di tempo sarebbe interessante riflettere sulla storia della nostra vita, una vita che cominciamo a scrivere dalla nostra nascita, una vita che, come un romanzo, ha parti essenziali già definite da un copione che abbiamo iniziato a scrivere sin da quando eravamo piccoli.
E adesso non ci ricordiamo di averlo scritto, se non in qualche momento di lucidità e di serena memoria. Berne definiva il copione come «un piano di vita inconscio “che culmina in una scelta decisiva».
E allora qual è stata la scelta decisiva?
E ne siamo contenti?
Mi sono venuti in mente molti episodi della mia vita, mentre inizio a poco a poco a scrivere momenti che fanno parte della mia biografia.
E’ importante notare che tutto si basa sulle nostre decisioni, decisioni che non sono prese nel modo riflessivo (con il pensiero della mente), ma dalle nostre emozioni. Quindi è un modo di prendere le decisioni che non è consapevole. E per di più viene rinforzato dalla famiglia di origine, che con i propri messaggi può confermare quel copione. E come in un anello circolare, si incomincia ad interpretare la realtà nell’ottica di quel copione.
Come aver messo un paio di occhiali. Incominciamo a vedere tutto con quel filtro e lo adattiamo a quel filtro, ormai diventato la nostra visione.
Se lo facciamo (e tutti lo abbiamo fatto) è perché quel copione rappresenta la migliore strategia per affrontare il mondo. Ossia è una strategia di strategie di sopravvivenza.
Vediamo e/o sentiamo che qualcosa manca e proviamo a trovare una strategia compensativa a questa mancanza.
Questo copione, questa strategia compensativa ci fa comportare oggi come ci comportiamo.
Speriamo ovviamente di essere cambiati, di aver imparato dall’esperienza e dagli errori passati, ma quando vediamo che alcune cose che facciamo si ripetono troppo (e con spiacevoli risultati) è meglio farsi qualche domanda.
Oggi ci stiamo realmente facilitando un cambio di strategie?
Oppure continuiamo a “giocare allo stesso gioco”?
Nella nostra organizzazione, nella nostra comunicazione, nelle nostre relazioni…
Oppure stiamo confermando ancora le nostre convinzioni originarie?
Forse è meglio “ripartire da zero”, riconoscere che tutti, comunque abbiamo una tendenza, nella vita, a fare assegnamento su un numero limitato di risposte abituali, che anche se possono qualche volta avere successo, ci si ritorcono anche contro.
Forse è venuto il momento oggi di rispondere nel modo appropriato o più appropriato
L’obiettivo è sviluppare flessibilità nel modo in cui rispondiamo alle situazioni che ci troviamo ad affrontare, e quindi aumentare la nostra abilità nelle risposte, ossia la nostra capacità di essere responsabili di quello che pensiamo, sentiamo e facciamo. Veramente, Realmente, Profondamente.
Prima di iniziare forse è meglio cominciare a respirare, ricordare e perdonare.