Stiamo vivendo giorni e settimane straordinari che richiedono decisioni straordinarie e un atteggiamento straordinario. Da tutti gli angoli del mondo riceviamo notizie che ci aggiornano sull’epidemia del coronavirus e sul fatto che essa si sta diffondendo molto rapidamente. In alcune aree la situazione è davvero grave e preoccupante mentre in altre lo è meno in quanto esse ne sono ancora libere o ne sono state colpite in modo lieve.
Vivendo comunque questa situazione oggi ancor più impegnativo in quanto ci viene richiesto di abbandonare molte delle nostre abitudini che ci danno sicurezza e di adattarci con attenzione alle nuove circostanze. Tutto assume oggi un nuovo significato.
Il vivere ci chiama ad essere attenti alla nostra gestione del tempo e tutti coloro che vivono questa situazione con maggior difficoltà in o a coloro che devono affrontare più rischi. Dobbiamo essere più disciplinati, anche verso noi stessi, poiché ognuno di noi ha una responsabilità personale ancora maggiore nei confronti degli altri.
Abbiamo visto medici ed infermieri in prima linea nelle corsie e sono sicuro che questa occasione è unica per offrire l’opportunità di rafforzare la vita familiare e relazionale e le collaborazioni sincere anche se ora c’è una minor possibilità di avere degli incontri personali.
Le gravità delle misure decise dalle autorità ufficiali rendono palese che la situazione è comunque critica, ma si può migliorare, aiutando e confrontandosi per il meglio e per il prossimo futuro.
Le nostre aziende, nel frattempo, si devono riorganizzare per la resilienza come diceva già Ranjay Gulati nel suo libro (Re-organize for Resilience), e noi stessi dobbiamo aumentare la forza della nostra resilienza per andare oltre, trovare nuove rotte e riprendere tutto in modo differente e non indifferente. Molte aziende Italiane si stanno riconvertendo alle necessità della situazione corrente: “senza una flessibilità organizzativa un azienda non sarà mai resiliente sino in fondo e questo è un rischio all’interno dei tempi turbolenti che stiamo vivendo” (Gulati, pag.4. Resilience in turbolent markets)
Ritorna quindi la Resilienza, la capacità di andare avanti..nonostante, che non è solo gestione dello stress o controllo emotivo.
Oggi è un momento che dobbiamo dedicare agli altri (per chi può) e a ritrovare noi stessi nel modo migliore e nell’ottica del servizio.
Ci sono cose che dobbiamo lasciare andare e altre cose che stanno per emergere, e il nostro comportamento comunque può cambiare il sistema.
Il nostro comportamento consapevole è necessario per evitare un collasso in questo momento di particolare complessità.
Evitiamo l’assenza (troppa paura, odio ed ignoranza) e coltiviamo la presenza: mai indifferenti a quanto accade intorno a noi e al prossimo.!
Se fare una pausa significa togliersi la benda dagli occhi, allora va bene se serve per vedere cosa sta succedendo. Significa capire e condividere informazioni in modo trasparente. E quindi anche andare oltre, muoversi insieme in maniera più attenta, più intenzionale e come comunità e popoli, collettivamente più consapevoli.
Per cambiare il mondo, dobbiamo comunque cambiare noi stessi, oltre che conoscerci, e questo lo dicevano già in tanti nel passato.
Imparare a connettersi con se stessi e con gli altri, in modo più consapevole e intenzionale potrebbe essere il dono più significativo che possa emergere da questo momento di profondo cambiamento, che ci può permettere di attivare, come dice Otto Scharmer , nuove possibilità generative se resisteremo, e, ascoltandoci di più, faremo meglio insieme
Aumentando la Resilienza, respingendo il critico che in noi e favorendo invece il consolatore, prenderemo nuovamente coscienza del nostro valore e quindi valorizzeremo quelle risorse interiori durature che possiamo poi mettere a frutto con gli altri.
La Resilienza oggi non è solo buon dialogo interiore o familiare, ma prendersi cura anche dei legami comunitari.
“Sostenere risorse per la resilienza è uno degli obiettivi prioritari degli interventi di soccorso” (S.Astori)