“Mettere la propria firma” nella vita e nel lavoro giocando

Brian Sutton Smith, famoso psicologo dello sviluppo, ci ha lasciato nel 2015, proprio in questi mesi.

A due anni dalla sua dipartita,  ho voglia di ricordarlo per quanto ha detto e fatto per lo sviluppo dei giochi esperienziali e di ogni forma di gioco educativo in rete.

Appassionato della metafisica del gioco, ha cercato sempre di rispondere a queste domande fondamentali: Cosa è un gioco? Perché l’essere umano si coinvolge così tanto? A cosa serve giocare dal punto di vista psicologico, cognitivo e comportamentale?

Nessuna risposta o definizione può contenerne la verità essenziale.

Come disse negli anni 90 i giochi sono dei riti di passaggio ed hanno una grande analogia con la vita perchè in essi c’è tutto. E’ grazie quindi ai giochi che i nostri comportamenti autentici escono fuori e diventano specchio della nostra intelligenza emotiva e non solo.

E’ attraverso i giochi (life or business) che le nostre competenze si risvegliano, si riattivano e si manifestano, perché sono ..diciamo “le nostre firme”. E’ la carta dove le nostre “firme” si scrivono e si vedono.

Anche se possono apparite senza apparente scopo ogni gioco ha un realtà un obiettivo essenziale: la nostra sopravvivenza. Sono necessari e fondamentali per la nostra salute e per il nostro benessere anche produttivo. Grazie alle attività ludiche apprendiamo e le stesse attività aumentano la nostra perseveranza e tenacia e direi anche progressiva maestria e competenza.

Certo la pressione del tempo può simulare la realtà corrente e talvolta è necessaria, ma sappiamo che quando giochiamo veramente il tempo non c’è e tutto sembra passare in un attimo..viviamo e possiamo vivere vere “esperienze di flusso”come quando ci addormentiamo e quindi molto importanti.

Ma soprattutto ci divertiamo. Un sorriso ti salva la vita. Il gioco diventa il luogo di queste risposte riflesse e mette in atto l’intervento del sistema nervoso, a partire dai nervi sensoriali, fino al cervello dove è coinvolta la corteccia, il sistema limbico e altre strutture intermedie che conducono l’impulso verso il corpo, il sistema nervoso autonomo, simpatico e parasimpatico, e molti mediatori neuro-ormonali, quindi coinvolge anche i muscoli.

Il gioco quindi stimola la mente con la sua allegria, stimola il cuore, al testa, la pancia, il nostro spirito. Ci porta fuori dalla nostra limitata autoconsapevolezza e apre noi stessi all’esplorazione del possibile.

Ci porta anche un vantaggio competitivo da scoprire e ci apre all’innovazione.

In sintesi riprendiamo a giocare per stimolare noi stessi, gli altri e consideriamolo essenziale, in tutte le sue forme, sempre con attenzione, perché ci serve personalmente e professionalmente, come l’aria che respiriamo.Gli impatti nella nostra vita, per andare avanti nonostante…sono fondamentali.!

Soprattutto in un mondo che vive sempre di più in uno stato di emergenza, la riscoperta del gioco può aiutarci a riprendere il dialogo con noi e con gli altri, ad essere proattivi e reattivi nel modo giusto. Ne abbiamo bisogno sia per muoversi sia per evitare di essere investiti……

https://www.nytimes.com/2015/03/15/science/brian-sutton-smith-scholar-of-whats-fun-dies-at-90.html?_r=0

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