Con la globalizzazione e l’automazione sul posto di lavoro, la disoccupazione e la mancanza di capacità di adattamento ai nuovi posti di lavoro sono un problema crescente in tutto il mondo occidentale.
Si parla di Umanità post-industriale (Daniel Cohen, professore di Economia, Università di Parigi), dove “non c’è solo la paura di un disastro collettivo, ma di un disastro personale- la paura umiliante di cadere fra gli esclusi, tra chi è disconosciuto dal collettivo” (Z.Bauman 2000)
Sappiamo tutti che perdere o cambiare il proprio lavoro, qualunque sia la nostra età, non è mai facile. Per la maggior parte delle persone, le ricerche suggeriscono, che le conseguenze più evidenti sono un cambiamento nello status sociale, quindi disfunzioni nel proprio ruolo lavorativo o familiare, oltre a una perdita di un’ immagine di sé oltre che della propria identità.
PwC (http://www.pwc.co.uk/) ha recentemente stimato che la disoccupazione giovanile sta costando all’economia britannica 45 miliardi di sterline all’anno, oltre a colpire le future carriere di lavoratori che perdono in giovane età.
All’altra estremità dello spettro le prospettive sono altrettanto brutte, con gli adulti più anziani rispetto agli adulti più giovani che ricevono offerte minori di posti di lavoro e meno probabilità di trovare la occupazione dopo aver perso un lavoro.
Cosa possiamo fare se siamo costretti o decidiamo un cambiamento lavorativo?
I ricercatori EBW del Regno Unito e della Finlandia hanno esaminato questa problematica chiedendosi se il fatto di aumentare l’Intelligenza Emotiva migliorerebbe le probabilità di occupazione delle persone.
Insieme ad un buon counseling occupazionale, inteso come strumento rigenerativo sociale, anche un buon coaching sull’Intelligenza emotiva può favorire la riattivazione professionale e l’empowerment sulle persone.
Arffman Consulting Oy http://www.arfcon.fi/english/ e TTS Education http://www.tt-s.com/en/company/hanno reclutato un campione casuale di 125 disoccupati in Finlandia per completare una valutazione attraverso il modello EBW Busines.
Un secondo gruppo di persone occupate, che sono state abbinate per il sesso e l’età, sono state poi invitate a completare la valutazione EBW e i loro risultati sono stati confrontati con il gruppo disoccupato.I risultati hanno rivelato che il gruppo di persone disoccupate aveva punteggi notevolmente più bassi in competenze comportamentali/emotive fondamentali: Risolutezza, Motivazione, Influenza e Adattabilità.
Questa valutazione significava che queste persone non erano a proprio agio nel prendere decisioni, erano poco motivate, meno propense ad influenzare e avevano meno probabilità di cambiare rispetto a quelle occupate.I partecipanti disoccupati hanno inoltre hanno avuto punteggi significativamente più bassi nelle aree di Empatia e Resilienza allo Stress. Il risultato più significativo è stato la grande differenza sui punteggi di autoconsapevolezza, con il gruppo di persone disoccupate con un valore significativamente più basso. Questo risultato suggerisce che i disoccupati erano meno consapevoli delle proprie emozioni e comportamenti e del loro impatto sugli altri.
I ricercatori EBW in Finlandia hanno progettato un programma pilota per promuovere l’Intelligenza Emotiva all’interno di gruppi di persone disocuppate, al fine di farli lavorare a tempo pieno.
Il programma per favorire l’occupazione consisteva in 4 fasi:
1. Una sessione di feedback EBW EQ – per aumentare la consapevolezza di sé
2. Un momento di formazione di gruppo su EBW EQ per migliorare la gestione del cambiamento, del processo decisionale, di influenzare gli altri ….., oltre a quelle capacità pratiche che servono per cambiare o cercare lavoro (scrittura di CV, capacità di intervista …)
3. la possibilità di trovare una posizione lavorativa (temporanea, permanente) entro un mese / e la conseguente formazione didattica – i modo da praticare nuove abilità di EQ nel lavoro
4. Una nuova valutazione e sessione di EBW EQ e definizione dei passi successivi.
Risultati
Nel programma sono stati iscritti trenta partecipanti disoccupati, di cui 27 hanno completato il programma. 21 partecipanti (78%) hanno trovato un impiego regolare o una posizione di studio entro un mese dalla fine del programma.Importante, il programma ha generato nuove opportunità di lavoro, con il 14% dei partecipanti al programma assunti in nuovi ruoli di lavoro, dove i ruoli sono stati creati appositamente per loro.
Il punto di vista EBW
La ricerca e il programma pilota sottolineano l’importanza di concentrarsi sull’intelligenza emotiva quando cambiamo di lavoro.Infatti il lavoro riguarda i rapporti e la collaborazione con gli altri. Se non si investe nelle competenze per gestire i propri impulsi, se non si rimane ottimista anche di fronte alle avversità, se non si comunica con gli altri in modo efficace, se non si gestiscono bene i cambiamenti, se non si risolvono i problemi e non si cerca di creare rapporti in situazioni tese, è altamente improbabile che si possa raggiungere una carriera migliore.Il successo del programma in Finlandia è stato incentrato sul modello EBW Business che era entrato in risonanza fortemente con i partecipanti.
Il modello EBW Business fornisce infatti un quadro semplice e di sostegno su come “riuscire” nel lavoro, oltre ad una prospettiva positiva sui punti di forza e su come gestire con successo il cambiamento.La ricerca ha dimostrato su quanto sia importante mantenere e costruire la propria consapevolezza, concentrandosi sul proprio impatto sugli altri, oltre a considerare la nostra capacità di decisione, la motivazione, l’influenza e l’adattabilità (come far fronte al cambiamento)
Il punto chiave è migliorare le nostre possibilità di carriera e di occupazione aumentando l’intelligenza emozionale e in particolare la gestione emotiva e comportamentale di quelle aree legate al lavoro.