Ancora una volta eccomi riflettere sulla creatività e sulla mia creatività o meglio curiosità e sul libro che ho scritto: creatività e sviluppo personale.
Curiosità e creatività sono un binomio inscindibile. Nel mondo odierno dove prevale molta razionalità, e dove il potenziale espressivo ed emotivo che è dentro di noi sembra sempre più negato e limitato e/o vincolato, c’è necessità di trovare nuovi spazi di ricerca e spazi di libertà, in cui esprimersi liberamente e recuperare il piacere dell’intuizione, dell’invenzione, del gioco.
La creatività è VERAMENTE una caratteristica che tutti possiedono.
Possiamo definire inizialmente la creatività in molti modi. Quello che ci piace di più è definirla come “l’attitudine a creare qualcosa di nuovo e di utile, il talento che ciascuno possiede”. In buona sostanza è l’atteggiamento costante di coloro che in ogni situazione e rispetto a qualsiasi problema mantengono un atteggiamento aperto e flessibile, disponibile a vagliare più risposte ed alternative, senza escludere nessuna decisione a priori.
I creativi sono quindi persone che vivono in attesa del cambiamento di stato (emotivo, personale, professionale, sociale, culturale, etc.) tracciandone percorsi.
Nel corso della vita, se questa dote non viene utilizzata e sviluppata, se non si tracciano e si visualizzano percorsi , allora la creatività tende ad afflievolirsi.
Quali sono i suoi principi? Divergere prima di convergere. Quindi Convergere solo in un secondo tempo.
La seconda fase è il momento in cui prevale il giudizio obiettivo, si recupera la capacità critica e di valutazione per poter analizzare tutte le proposte elaborate durante la divergenza per verificarne la fattibilità.
Ma per iniziare occorre quello che scriveva Leonardo da Vinci: “Invero il grande amore nasce dalla gran cognizione della cosa che si ama.”
Essere curiosamente creativi: parte tutto da lì.