Leadership da dentro

Risvegliare testa, cuore, pancia, anima, spirito

Occorre andare più in profondità quando ci occupiamo di leadership cercando di capire e di riattivare il flusso vitale che ci rende efficaci. Se siamo fatti di testa, cuore, pancia, anima, spirito chi parla per prima..e chi ascoltiamo dopo? Qual è la nostra sequenza fondamentale quando prendiamo le decisioni?

Una prima riflessione è meditare o pregare davanti al tabernacolo e al crocifisso e di fronte alla Parola, respirando consapevolmente.

In questo caso dobbiamo chiedere e nello stesso tempo benedire quei doni che riceviamo o possiamo ricevere dallo Spirito Santo.  Respirazione coerente e preghiera coerente ci possono fare risvegliare questa leadership partendo dal cuore, attraverso una sequenza fondamentale che può essere CUORE, TESTA, CUORE, PANCIA, CUORE. Il cuore ritorna tre volte.

Ma occorre respirare e far respirare, e non essere in apnea come, quasi, tutti i giorni. E farci alcune domande o meglio …farle al nostro cuore, alla nostra testa e alla nostra pancia (ventre). Cosa dicono queste tre intelligenze su quello che sta accadendo?

Riprendo il tema della PRESENZA: viviamo in una bolla (anche e soprattutto digitale) dove veniamo bombardati di informazioni che ci creano un sovraccarico mentale, cognitivo ma anche emozionale, provocandoci cortocircuiti. E tutto questo aggiunge complessità.

La leadership odierna soffre di questo “bombardamento informativo” che, a seconda dei casi e dei contesti, ci fa reiterare le nostre modalità di comportarsi basandoci magari su convinzioni o comportamenti che avrebbero bisogno di essere rivisti o migliorati, oppure rifuggiamo la ricerca della verità in questo “bombardamento” perché vogliamo evitare di sentire il dolore che ci può toccare o dall’altra parte entriamo in dissonanza cognitiva, ossia non comprendiamo, o facciamo fatica a comprendere o non vogliamo. C’è stanchezza che quindi può provocare cortocircuiti emozionali ed il leader diventa come un ciclope, “monoculare” e vede solo le cose che vuole vedere o può vedere con quell’unico occhio prendendo anche l’irascibilità, l’imposizione se on addirittura la violenza del ciclope, non ricordando chi è e da dove viene e dove vuole andare.

E’ proprio in questo punto che il leader ascolta solo delle voci che possono prendere il sopravvento di tutta la sua persona.  La voce del giudizio senza sé e senza ma (la mente è chiusa), la voce del cinismo quando non si danno altre possibilità alla persona (il cuore è chiuso), la voce della paura (quando la nostra pancia, il nostro ventre e la nostra volontà sono chiuse) quando non reagiamo, siamo succubi o completamente passivi e non siamo proattivi verso noi stessi, gli altri e il mondo.

Per facilitare questa Presenza e sbloccarci occorre non solo agire insieme, ma anche e soprattutto mettersi in relazione con “Colui che ci dà tutta la forza”.

E’ una questione di Presenza di Dio e presenza a noi stessi, alla nostra anima che si risveglia aprendo una sequenza che si apre all’infinito, grazie all’azione dello Spirito Santo. Se occorre chiediamo aiuto per la nostra incredulità. Siamo un capolavoro di risorse. Occorre risentirle e ricordarle e farle parlare.

Da qui scatta un progetto, come quello di costruire una torre speciale, dove ci sono delle prove da superare come quelle della propria incredulità permanente e della propria fede, fidandosi nelle nostre risorse e in quelle che ancora Dio ci mette nel cammino insieme.

E come nella lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini la torre che costruiamo insieme può essere fatta da tutte quelle risorse che servono per la nostra armatura: lo Spirito Santo, la Speranza, la Giustizia, la Fraternità, la Carità, la Fede, la Salvezza, la Parola, la Verità (sono componenti dell’armatura del cristiano, ossia la spada, l’elmo, la corazza, il corredo dei fianchi).

Ecco, quindi, che il progetto speciale diventa credere che comunque si può fare se ci sono anche delle virtù messe in campo, da cui la fede, la fiducia e la fedeltà, il crederci che tutto si può ribaltare positivamente verso un obiettivo comune.

Infine il dare e ricevere feedback e coglierlo attraverso una semplice immagine e disegno ci permettono di recuperare quel senso di fraternità, fatta di ascolto reciproco, di rispetto, fedeltà e responsabilità, qualità intrinseche di ogni leader che si mette in viaggio.

In sintesi riprendendo lo sviluppo del cuore, della mente, del corpo e dell’anima dentro di noi possiamo riallinearci e riprendere il viaggio.

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