Appreciative Inquiry: reinforzare il positivo

“Ci sono solo due modi di vivere la nostra vita. Un modo è pensare che nulla sia un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo” Albert Einstein.

In generale dal punto di vista organizzativo e personale è importante osservare i “miracoli” e reinforzare il positivo che vediamo in noi e fuori di noi.

E’ già un miracolo, ad esempio, il fatto che ci alziamo al mattino.

Se poi noi  impariamo e guardiamo quello che sappiamo fare e sappiamo fare bene, lo possiamo ingrandire ed amplificare. In tal senso le organizzazioni sono come le persone, un mistero, una soluzione che va rivelata, abbracciandola.

Questo approccio al cambiamento personale ed organizzativo (Appreciative Inquiry)  è basato sul presupposto che le domande ed il dialogo circa successi, forze, valori, speranze e sogni sia di per se stesso trasformativo e questo è molto coerente con la verità di ognuno di noi.

Ci sono alcuni presupposti:

In ogni organizzazione, società o gruppo qualcosa lavora

-Ciò in cui ci focalizziamo diventa la nostra realtà

-Il modo con cui si fanno domande influenza li gruppo in qualche modo

-Le persone hanno più confidenza di muoversi verso il futuro quando portano con sé parti del loro passato

-Se portiamo con noi parti del passato, queste parti dovrebbero essere e rappresentare quanto c’è di meglio riguardo questo passato.

-Il linguaggio che utilizziamo crea la nostra realtà

Inoltre nessun problema può essere risolto dallo stesso livello di consapevolezza che l’ha creato.

Dobbiamo imparare a vedere il mondo come se fosse nuovo.

Per questo il nucleo positivo dell’Appreciative Inquiry ha questo ciclo:

  • La scoperta :“Apprezzare quello che si ha”
  • Il sogno : “Immagina cosa potrebbe essere”
  • Il Disegno :“Determina cosa dovrebbe essere”
  • Il Destino “Creare quello che sarà”

E allora vi faccio una domanda: voi dove siete?

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