Ritrovare e sviluppare capacità di ieri, oggi e domani in modo autentico
Quando si parla di leadership autentica si parla di qualità autentiche che ognuno possiede. Ogni leader possiede qualità che lo distinguono, lo rendono creativo e fonte di ispirazione per gli altri. La conoscenza e l’espressione di queste qualità presuppongono però
consapevolezza di sé e coraggio. Attenzione che ci possono essere anche le loro
possibili distorsioni.
Una qualità autentica è la forza universale dell’amore, la luce che illumina chi lo dà, chi lo riceve ed è una potenza svela e rivela e soprattutto moltiplica il meglio che è in noi.
Ma da dove vengono le nostre qualità autentiche? Dal nostro tempo, dalla nostra storia e da quella degli altri. Vediamo la nostra vita in una linea del tempo con il presente, passato, futuro e in questa linea ci possono essere qualità autentiche o capacità che sono sempre presenti, a parte i talenti individuali, che hanno bisogno di essere vissute e riscoperte.
Se guardiamo il passato, ricordiamo le qualità autentiche dell’essere umano che nessuna INTELLIGENZA ARTIFICIALE potrà mai avere: l’intuito (intuizione), consapevolezza di ciò che si dice (e che si fa), il dubbio (o pensiero critico). Quando apriamo porte insieme o trasportiamo qualcosa insieme è bene ricordare queste qualità autentiche perché ci permettono di favorire e condividere un’intelligenza riflessiva e retrospettiva che mentre ci fa andare avanti ci fa fermare e tornare indietro. Quando collaboriamo ci ricordiamo dei movimenti da fare e se non vediamo i movimenti da fare magari ci sono altri che ce li fanno ricordare: per mantenere l’intuito dobbiamo scrivere, mettere a terra, toccare con le mani, e ricordandoci quella sequenza (che può essere anche quella che ci comunica l’intuito del cuore) sequenza giusta per andare avanti. Ci occorrono RICORDI ATTIVI contro ogni cultura della cancellazione.
Se guardiamo il presente, ricordiamo come qualità autentica la qualità della PRESENZA, rispetto all’assenza e le massime espressioni di questa PRESENZA sono il coraggio, la compassione, la creatività e la ri-conoscenza (sia la riconoscenza come quella che intendiamo sia il conoscere di nuovo, ossia vedere un aspetto nuovo di quanto crediamo di sapere e valorizzarlo). Qui il leader deve dare e avere fiducia e riceverla da chi lo accompagna e far cambiare PROSPETTIVA in maniera ATTIVA. Stare vicini alla soluzione e o al problema: questa è una prima possibilità
Il leader qui deve e può essere proattivo e a parte vedere sempre le situazioni da prospettive differenti può avere la capacità di mettersi in gioco ed entrare nel campo di battaglia per aiutare gli altri. In poche parole può fare la sintesi situazionale di otto stili di leadership differenti: il leader che osserva e ascolta, il leader che cambia e riforma, il leader che dirige e guida, il leader che motiva, il leader che ispira, il leader che consiglia, il leader che sostiene, il leader che organizza e coordina.
Con la PRESENZA il leader fa una sintesi di tutti questi stili, anche se può come temperamento e carattere o anche per esperienza essere più attento ad uno stile piuttosto che un altro. Acquista PROSPETTIVE DIFFERENTI.
Se guardiamo il futuro, ricordiamo come qualità autentiche la qualità della PREVISIONE.
In termini di leadership è evidente che nell’incertezza del cambiamento e nella sua complessità abbiamo bisogno comunque di fare delle scelte e di deliberare. E ritorniamo ancora una volta alla Saggezza o meglio alla sua traduzione latina in termini di “Prudentia”, che è da ricondurre a “provideo”, ossia al verbo “prevedere”. La radice di questa “previdenza” “è il verbo “videre”, “per cui coloro che hanno “Prudentia”, sono letteralmente coloro che guardano avanti, pre-vedono, sono lungi-miranti
Cosa vede il leader? Che visione ha? Quale città o luogo del futuro vede? Ha una visione di insieme o ne vede solo i singoli pezzi?
Se guardiamo il futuro, insieme alla qualità della PREVISIONE, il leader ha bisogno di integrarne altre, come l’orientamento, l’accompagnamento: ossia può essere l’angelo custode di qualcun altro e non solo un semplice visionario, oppure ha bisogno dei giusti angeli custodi che hanno quelle visioni giuste in modo da formare quella fraternità e sororità che diventa l’ habitat naturale del leader.
Se il leader riesce ad interpretare bene le visioni diventa un costruttore di pace, di giustizia, di verità: rispetta la visione pur nella sua interpretazione possibile e si rimettere in strada costruendo la città del futuro che sostanzialmente è la CIVITAS DEI. La stiamo costruendo con le nostre visioni e percezioni ogni giorno.
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