Parlare di Problem Solving Creativo significa parlare di un processo di problem solving che facilita la generazione di idee e nello stesso tempo la loro valutazione. La raccolta dei fatti e l’analisi del problema è stimolata dal processo creativo stesso che, per essere efficace, deve essere prevalentamente metaforico.
La scelta del processo creativo diventa un acceleratore ed un amplificatore di apprendimento: in questo senso il processo diventa una grande metafora che viene introdotta, colta e spiegata durante tutto l’intervento formativo che diventa una grande attività esperienziale metaforica.
In diverse attività di formazione in azienda è proprio il processo metaforico o di “magical thinking” (pensiero magico) che porta ad una corretta visualizzazione del punto di partenza e del punto di arrivo, facilitando il FOCUS, la focalizzazione della persona sull’esperienza del problema e sull’esperienza della soluzione. Inizialmente è un processo lungo, di circa mezza giornata, che va guidato bene e che fa da anticamera alle attività successive, ad altri strumenti e metodiche che integreranno il processo stesso.
Ma cosa ha di importante il processo di problem solving creativo? Il processo naturalmente.
La creatività è infatti un processo da stimolare e da vivere sotto aspetti e livelli differenti: chi facilita questo processo deve favorire lo “zoom in” e lo “zoom out”, le diverse analogie che permettono la nascita di idee, la nascita dell’esperienza del problema e della soluzione a 360°, ed una valutazione e cernita coerente di alternative. Tutto questo viene condito dalla contestualizzazione con la realtà quotidiana personale e professionale dei partecipanti.
La creatività è legata alla crescita e allo sviluppo personale, al riappropriarsi di un proprio sogno e al vedere la propria situazione con occhi differenti. La cosa più bella di questo processo è l’accompagnamento e la facilitazione condivisa e cooperativa, ossia se ben fatto il processo di problem solving creativo è un processo di “generative collaboration” di collaborazione generativa. Chi lo conduce e lo facilita non può non trovare spunti e soluzioni dalle attività e dalle domande e sollecitazioni proposte da chi lo riceve e chi lo riceve viene sempre di più stimolato a salire di livello di consapevolezza, la consapevolezza che i segnali per la soluzione sono così vicini che molto spesso non si vedono per eccesso di informazioni o stimoli esterni.
Si vede, ma non si guarda abbastanza.
Abbiamo bisogno di un ponte, di una metafora ponte che ci permette di attraversare il problema verso la soluzione o meglio verso quella soluzione che rappresenta il moto ondoso verso la soluzione più vera e forse più semplice che è già dentro di noi.
Occorre fare sperimentare non solo la singola tecnica utile per cogliere un aspetto del processo e del percorso, ma soprattutto lo stesso processo, più volte, avanti ed indietro, in modo da fare emergere le figure rispetto allo sfondo, per poi metterle insieme, come pezzi di mosaico, in modo da formare il quadro e la visione complessiva.
Un ultimo aspetto riguarda la destinazione, che può essere l’effetto o il suggerimento che il caso, il destino, la vita, le situazioni ci mettono davanti: l’accettazione del caso è anche esso strumento energetico e vitale del problem solving creativo.
Non resta che entrare nel processo di un corso: viverlo, sperimentarlo e semplicemente assaporarlo.
Ciao Giancarlo, ti invio come promesso il link della casa editrice della mia amica;
http://www.edizionidedalo.it/site/index.php Vorrei chiederti cortesemente di inviarmi le slides del corso tenutosi in h3g il 12 e 13 maggio u.s. che ho trovato molto interessante.
Saluti
Giuseppe Sette
Ciao Giuseppe. Grazie del link. Lo vado a vedere. La sintesi delle slide le ha Luca C. Se poi ci sono dei problemi ci sentiamo.